Gambe gonfie e allenamento

Gambe gonfie: cause e rimedi

Con il caldo, la sensazione di avere le gambe più pesanti e gonfie del solito probabilmente suona famigliare. Ma perché le gambe si gonfiano e cosa possiamo fare per aiutare il gonfiore a ridursi?

Circolazione sanguigna e microcircolo

Per riuscire a comprendere come mai le gambe ogni tanto si gonfino, ci serve capire come funzioni la circolazione sanguigna e a cosa serva il microcircolo. Il sangue, in maniera molto riduttiva, serve a portare ossigeno e nutrimento ai tessuti che compongono il corpo e a portare l’anidride carbonica prodotta dal corpo ai polmoni per poi rilasciarla all’esterno, scambiandola con nuovo ossigeno. La pompa che permette di far circolare il sangue è il cuore. Da lì partono le arterie che portano il sangue ai polmoni o in periferia. Noi ci concentreremo solo sulle arterie che portano il sangue in periferia e che costituiscono quello che viene definito come il grande circolo. Le arterie sono vasi potenti che, grazie al tessuto connettivo elastico e alla muscolatura che le circonda, sono in grado di far circolare il sangue con grande pressione lungo tutto il corpo.

Ti è mai capitato di provare a contare i battiti cardiaci mettendo l’indice sul polso? Ecco il pulsare che si percepisce sotto il polpastrello è il contrarsi ritmico dell’arteria radiale. Per poter raggiungere tutto il corpo le arterie diminuiscono sempre di più il loro calibro, riducendo anche la componente muscolare che le circonda. La riduzione del diametro è tale che da arteriole, le arterie più piccole, si passa ad avere un letto di capillari. I capillari poi si fondono a formare le prime vene, chiamate venule, di piccolo diametro, queste venule poi si fondono a formare vene sempre più grandi che raggiungeranno il cuore chiudendo così il grande circolo. I vasi venosi hanno pareti più sottili che contengono meno tessuti contrattili rispetto alle arterie. Il ritorno del sangue dalla periferia al centro, quindi, si serve di meccanismi diversi rispetto al viaggio dal cuore alle estremità, meccanismi che andremo a vedere più avanti. Arterie e vene sono considerati vasi sanguigni preposti a spostare il sangue nel corpo, possiamo considerarle come delle tubature che permettono al sangue di raggiungere la sua destinazione finale. I capillari invece costituiscono il cosiddetto microcircolo e sono le strutture di scambio, grazie alle quali le cellule del corpo ricevono nutrimento e ossigeno e possono liberarsi dei metaboliti di scarto e dell’anidride carbonica. I capillari sono vasi che permettono la filtrazione di acqua e soluti (le sostanze nutritive) nell’interstizio, lo spazio occupato dal tessuto connettivo a contatto con le cellule. Le cellule dall’interstizio prendono soluti e ossigeno di cui hanno bisogno e rilasciano nell’interstizio anidride carbonica e prodotti di scarto. La filtrazione del liquido all’esterno dei capillari si ha in prossimità delle arteriole, dove la pressione interna degli stessi è maggiore della pressione che si trova a livello dei capillari verso le venule. I capillari vicino alle venule riassorbono acqua e sostanze di scarto dal liquido interstiziale.

Vasi linfatici

Le cose, come sempre quando si parla di fisiologia del corpo, non sono così semplici. Infatti anche in condizioni fisiologiche il liquido che i capillari filtrano è sempre maggiore di quello che riescono a riassorbire. Ma come è possibile che non siamo sempre gonfi come dei tacchini? Il sistema capillare è coadiuvato dal sistema linfatico. Il sistema linfatico, anche qui semplificando le sue molteplici funzioni, è preposto a raccogliere acqua e soluti dall’interstizio e a portarli poi al sistema venoso. Per poter espletare il suo compito, il sistema linfatico si serve di vasi che partono come capillari per poi aumentare di diametro unendosi tra di loro. I capillari linfatici sono ciechi, a differenza dei capillari del circolo sanguigno che connettono sistema arterioso e venoso. Il dotto linfatico più importante è il dotto toracico che raccoglie la maggior parte della linfa del corpo. I dotti linfatici si riversano poi nel sistema venoso, riportando il plasma al sangue.

Può capitare che la filtrazione e il riassorbimento di acqua a livello interstiziale non rimangano in equilibrio e che i capillari sanguigni filtrino più acqua di quella che siano in grado di riassorbire i capillari del grande circolo e i capillari linfatici. Questo porta ad un accumulo di acqua nell’interstizio: il famigerato edema.

Edema fisiologici e patologici

La ritenzione di liquidi a livello interstiziale può avere cause sia fisiologiche che patologiche. Noi ci concentreremo solo su alcune delle cause fisiologiche. I meccanismi che causano edema alla base hanno tutti un eccesso di filtrazione e un ridotto riassorbimento di liquidi. Nei prossimi paragrafi vedremo alcune delle condizioni che ci portano ad avere un edema e poi vedremo come il corpo è in grado di contrastare le forze che fanno accumulare il liquido nell’interstizio.

In piedi o seduti tante ore al giorno?

Quante ore passiamo seduti o fermi in piedi al giorno? Tante, vero? La staticità sia in posizione eretta che seduta può portarci a sentire le gambe pesanti e a vedere ritenzione idrica. Quando stiamo in piedi la pressione delle vene e la forza di gravità fanno sì che il liquido che filtra dai capillari faccia fatica a ritornare verso l’alto. Il ritorno del sangue nelle vene è aiutato da quella che è chiamata pompa muscolo scheletrica e che funziona solo se muoviamo i muscoli degli arti inferiori.

Stare seduti troppo a lungo, invece, fa sì che i grandi vasi venosi siano parzialmente schiacciati e quindi il flusso di sangue sia limitato. Hai presente quando innaffi il giardino con una canna dell’acqua e a un certo punto ne esce meno perché si è piegata? Ecco questo è quello che succede alle nostre vene quando stiamo seduti troppo tempo. Il sangue fatica a risalire e di conseguenza viene riassorbito meno liquido interstiziale. I meccanismi che portano all’edema delle gambe stando troppo tempo fermi in piedi o seduti sono leggermente diversi e diverse sono anche le conseguenze sulle gambe. Si è visto che se stiamo seduti il gonfiore si manifesta principalmente sul polpaccio, se stiamo troppo in piedi il gonfiore è ben distribuito su tutta la lunghezza della gamba.

Cosa succede con il caldo?

Luglio: afa, caldo senti le gambe gonfie e pesanti. No non lo stai immaginando. Il corpo per poter funzionare al meglio ha dei meccanismi fisiologici che gli permettono di regolare la sua temperatura in modo da mantenerla ottimale. Questi meccanismi permettono di produrre calore con le reazioni metaboliche o con il movimento dei muscoli, o di raffreddare il corpo al bisogno se il calore che arriva dall’esterno tramite le radiazioni dirette del sole o la temperatura ambientale supera la temperatura corporea. A noi interessano i meccanismi di protezione dal calore, i principali sono due: la convezione e l’evaporazione. Il sudore passando dalla forma liquida a vapore permette al corpo di rinfrescarsi, questo fenomeno è conosciuto come evaporazione. La convezione prevede la vasodilatazione dei vasi sanguigni periferici in modo che ci sia molto più sangue (e molto più liquido interstiziale) nella cute a contatto con l’ambiente esterno, così da trasferire calore fuori dal corpo. La vasodilatazione capillare cutanea che serve per proteggerci da uno shock termico provoca una fuoriuscita di liquido dai capillari tale che il sistema venoso e linfatico non lo riescano a bilanciare, questo fa sì che il liquido rimanga nell’interstizio e le estremità si gonfino.

E con l’esercizio fisico?

Quando facciamo un’attività sportiva che richiede uno sforzo muscolare, si ha un aumento del volume di sangue che arriva ai muscoli coinvolti nell’attività. Se ci pensiamo, questo è logico: i muscoli che lavorano hanno bisogno di maggior ossigeno rispetto ai muscoli a riposo. Per avere maggiore ossigeno la macchina meravigliosa che è il nostro corpo dirotta il sangue ai muscoli che faticano, togliendone parte ai visceri e ai muscoli che sono a riposo. Un aumento di sangue senza un aumento della filtrazione è abbastanza inutile, quindi, per poter usufruire dei benefici di questa maggiore irrorazione sanguigna i capillari si vasodilatano facendo uscire una quantità maggiore di liquido interstiziale nella regione coinvolta nello sforzo. Da ricordare poi che se stiamo effettuando un allenamento intenso che porta ad avere una rottura delle fibrocellule muscolari e ai DOMS si instaura anche un meccanismo di infiammazione transitoria che mantiene la vasodilatazione del distretto interessato non solo per qualche ora ma giorni.

Può essere quindi che dopo attività fisica intensa il distretto interessato presenti un leggero edema.

Pompa muscolo-scheletrica e pompa respiratoria

Come abbiamo già visto, le vene e i vasi linfatici, anche quelli di grosse dimensioni, non sono in grado di generare autonomamente una pressione tale per cui i liquidi risalgano dalle estremità al cuore. Questo ci fa intuire che la spinta verso l’alto debba essere aiutata da altri meccanismi. Eccoli qui: la pompa muscolo-scheletrica e la pompa respiratoria. Le vene e i vasi linfatici scorrono spesso tra i muscoli. La contrazione muscolare, infatti, schiaccia le vene aumentandone la pressione interna. La presenza di valvole nelle vene permette al sangue di fluire solo in direzione del cuore e non di tornare in periferia. La contrazione muscolare, con il cambio di pressione, permette al sangue di aumentare la sua pressione e ad una maggior quantità di liquido interstiziale di essere riassorbita. Una delle maggiori pompe muscolo-scheletriche dell’arto inferiore si ha nei muscoli del polpaccio che, contraendosi, comprimo la vena piccola safena: ecco perché non dobbiamo avere paura di allenare i polpacci! La pompa respiratoria funziona sempre grazie ad un aumento di pressione che aiuta il sangue a scorrere verso il cuore, ma sfruttando il muscolo diaframma e i muscoli addominali. Quando inspiriamo, il diaframma, il principale muscolo inspiratorio del corpo che divide la cavità toracica e quella addominale, scende verso l’addome. La sua discesa fa aumentare la pressione addominale e diminuire la pressione toracica. L’aumento della pressione addominale, sia data dal diaframma che dai muscoli addominali, fa sì che il sangue venga richiamato dagli arti inferiori all’addome. Il cambio di pressione nel torace porta il sangue dall’addome al torace e quindi al cuore. Una respirazione profonda che preveda sia una forte componente addominale sia una componente toracica e gli esercizi per l’addome aiutano il flusso del sangue dalla periferia al centro, richiamando anche il liquido interstiziale.

Cosa fare per smaltire l’edema?

Per aiutare il nostro corpo a smaltire il gonfiore alle gambe possiamo tenerle sollevate aiutandoci con un supporto sotto il bacino (ricordati della canna dell’acqua), possiamo massaggiarle in modo da aiutare i liquidi a drenare, possiamo indossare indumenti a compressione graduata, possiamo fare esercizi mirati per stimolare le pompe muscolo-scheletrica e respiratoria.

Conclusioni

Il gonfiore alle gambe non ha una sola causa fisiologica (noi ne abbiamo viste solo alcune), ma tutte prevedono una filtrazione di liquido interstiziale maggiore del riassorbimento tramite sistema circolatorio venoso e linfatico. Possiamo cercare di prevenire il gonfiore evitando la sedentarietà o favorendo il ritorno dei liquidi verso il cuore.

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