Endometriosi e sport

Posso fare sport se soffro di endometriosi?

Parliamo di endometriosi

L’endometriosi è una malattia diffusa tra le donne in età fertile, ma purtroppo ancora poco approfondita. Parliamo di cosa si tratta e di quali sono i primi campanelli d’allarme. Dopodiché, in tema con gli argomenti di questo blog, parliamo di attività fisica e convivenza con la malattia.

Perché parlare di endometriosi in questi termini? Perché è diventata un argomento di discussione nel grande pubblico solo di recente, anche grazie a portavoce come Giorgia Soleri; perché, come molte patologie legate alla femminilità e alla riproduzione, è ancora velata da un certo grado di tabù; e perché, per questi ed altri motivi, la ricerca scientifica ha ancora molte domande aperte a riguardo e si affida molto all’esperienza di professionisti e professioniste che, negli anni, l’hanno affrontata.

Di cosa si tratta

L’endometriosi è una malattia ginecologica, dovuta all’insediamento e alla crescita fuori sede di tessuto endometriale. Il tessuto endometriale è una mucosa che riveste le pareti dell’utero, e che normalmente si sfalda durante il ciclo mestruale. Tuttavia, in certi casi non ancora del tutto chiari, può impiantarsi anche su altri organi, come ovaie, tube, intestino, vagina e vescica. Tutto questo eccesso di tessuto, in zone dove non dovrebbe essercene, provoca infiammazioni – spesso molto dolorose – e la formazione di “cicatrici” interne che, se non curate, possono portare all’infertilità.

Nonostante la gravità e la diffusione della malattia – circa una donna su dieci ne soffre – si sa ancora molto poco. Infatti, quasi tutti gli articoli scientifici a riguardo si concludono inevitabilmente con parafrasi più o meno arzigogolate di “non ne sappiamo abbastanza, servono più studi con campioni più grandi”.

Cosa significa? Che la ricerca medica e scientifica sta ancora lavorando per chiarire le cause della malattia, le cure migliori, e le influenze che tutte le altre attività – sport compreso – hanno sui sintomi e sul decorso della malattia. Tuttavia, mancano ancora diversi tasselli per poter fornire tutte le risposte. Qui cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su ciò che dice la letteratura specialistica. Nelle sue storie, Sara propone invece un punto di vista dato dall’esperienza pratica, che complementa gli altri studi.

I sintomi

A meno di non avere la “fortuna” di effettuare esami specialistici per altri scopi e scoprire l’endometriosi, la maggior parte delle donne se ne accorge per via del forte dolore. Spesso è cronico, a livello delle pelvi, e può peggiorare durante i rapporti sessuali o quando si va in bagno. A volte, il dolore diventa talmente invalidante da impedire le normali attività quotidiane. Purtroppo, molte donne imparano a convivere col dolore e pensano che sia normale o che ci sia qualcosa in loro che non va. Ma non è così: avere dolore non è normale, ma potrebbe nascondere una malattia in corso.

A volte, l’endometriosi non è accompagnata da dolore, ma da irregolarità del ciclo mestruale, gonfiore addominale o altri sintomi più lievi. Chiaramente, per non scadere nell’ipocondria sarebbe opportuno sottoporsi, in maniera regolare, ad esami di controllo. Qualche controllo in più viene consigliato anche a chi ha casi di endometriosi in famiglia. Sebbene non si conoscano ancora cause genetiche specifiche, si sa che è una malattia “famigliare”: se una parente stretta soffre o ha sofferto di endometriosi, è più probabile che possa svilupparla anche tu.

Diagnosi e cura

Una diagnosi tempestiva è essenziale e va fatta con uno/a specialista in ginecologia, che farà tutti gli accertamenti del caso. Le cure, basate su famaci o su interventi chirurgici, non sono però definitive: come si diceva, mancano ancora molti tasselli per poter trattare la malattia una volta e per tutte. I trattamenti hanno lo scopo di bloccarne il peggioramento e alleviare i sintomi. Prima si cominciano, migliori sono le possibilità di mantenere una vita “normale” – salvo controlli periodici – senza dolore e altre complicazioni.

Endometriosi e sport

La domanda di ogni lettrice di questo blog è sicuramente: posso contrastare l’endometriosi – o almeno i suoi sintomi – tramite l’attività fisica? Come per tante altre cose, la risposta è “ni”.

Per cominciare, parliamo di prevenzione. Sono noti molti casi in cui la carriera agonistica delle atlete è stata seriamente compromessa dall’endometriosi. Inoltre, diversi studi preliminari (quindi, con poche persone coinvolte, ma che già danno un’idea) hanno escluso che l’attività fisica possa diminuire il rischio di sviluppare endometriosi. In soldoni, fare sport non sembra avere un grosso effetto di prevenzione – il che aumenta i sospetti che si tratti di una malattia con forte componente genetica e non legata a infiammazioni più fisiologiche.

E come trattamento? Diverse linee guida suggeriscono di affiancare esercizi leggeri come yoga e pilates ai trattamenti farmacologici e chirurgici, per cercare di ridurre l’infiammazione. In teoria avrebbe senso, dato che l’esercizio fisico regolare stimola processi anti-infiammatori. Tuttavia, altri studi preliminari (ebbene sì: come già accennato, ce ne sono pochi) non hanno trovato evidenze conclusive a riguardo. Il che non significa che lo sport faccia male, ma nemmeno che possa risolvere il problema. In questo, siamo ancora abbastanza all’oscuro.

Tuttavia, ci sono numerose esperienze pratiche – tra cui quelle presentate da Sara – che suggeriscono che alcuni benefici ci siano. Nel dubbio, segui una grande massima: se ti fa stare bene, continua. Ci sono talmente tanti fattori personali che vale la pena provare.

L’esercizio fisico costante ha un grande beneficio accertato: la gestione del dolore pelvico e dei problemi posturali associati. In questo caso, seguire un programma di allenamento appositamente costruito (a intensità controllata, lavorando sul pavimento pelvico e seguito da esperti) aiuta a diminuire sensibilmente il dolore e a correggere molte magagne della postura. Così facendo, non solo il male viene controllato, ma si prevengono tutte le complicazioni agli altri muscoli dovute a posizioni errate, magari tenute inconsciamente per cercare un po’ di sollievo. Non vanno poi dimenticati i benefici per l’umore e per tutto il resto del corpo: allenarsi in maniera continuativa e controllata aiuta a sentirsi bene in generale! Non ti resta che trovare l’attività che preferisci e che non provoca dolore, magari chiedendo ad esperti del campo, e trovare la tua routine per affrontare l’endometriosi a 360 gradi.

Bibliografia

Oehmke Frank, et al. “Impact of endometriosis on quality of life: a pilot study” Gynecological Endocrinology 25.11 (2009): 722-725.

Awad Eman, et al. “Efficacy of exercise on pelvic pain and posture associated with endometriosis: within subject design” Journal of Physical Therapy Science 29.12 (2017): 2112-2115.

Ricci Elena, et al. “Physical activity and endometriosis risk in women with infertility or pain: systematic review and meta-analysis” Medicine 95.40 (2016).

Bonocher Camila M., et al. “Endometriosis and physical exercises: a systematic review” Reproductive Biology and Endocrinology 12.1 (2014): 1-5.

Sitografia

Ospedale San Raffaele, “Endometriosi: che cos’è e come si cura”,  https://www.hsr.it/news/2021/giugno/endometriosi-cos-e-come-si-cura, 16/06/2021.

Ministero della Salute, https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?id=4487&area=Salute%20donna&menu=patologie, aggiornato al 24/05/2022.

National Helath Service, “Overview: Endometriosis”, https://www.nhs.uk/conditions/endometriosis/, aggiornato al 24/05/2022.